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Dieta iperproteica e aumento massa corporea

Uno studio della Nova Southeastern University, Florida, di quest'anno, ci porta a sapere che, in soggetti ben allenati in sport di resistenza, una dieta ipercalorica ad alto contenuto proteico non ha nessun effetto sulla composizione corporea.

E' stato dimostrato che un'assunzione di proteine pari a 5.5 volte la dose raccomandata per uno sportivo non porta ad un aumento di massa grassa, nè ad un cambiamento del peso e della massa grassa, a differenza di precedenti studi sulla sovraalimentazione che hanno mostrato, invece, in soggetti non allenati, aumento di peso, massa grassa e magra.

Quindi, nei così detti periodi di massa, dove si punta all'ipertrofia muscolare, bisogna aumentare l'introito calorico considerando un aumento proporzionale per tutti i macro e micronutrienti e non solo delle proteine.

 

Olive verdi o nere?

Olive verdi o nere?

Partendo dal presupposto che in un regime alimentare completo e più vario possibile le olive non devono mancare, quali scegliere?

Le olive sono alimenti fondamentale, ricchi di antiossidanti, di grassi monoinsaturi e in misura minore di polinsaturi e saturi.

I monoinsaturi hanno effetti positivi per quanto riguarda il controllo del metabolismo del colesterolo. Rispetto all'olio sono anche ricchi di potassio e ferro. Sempre i monoinsaturi hanno importanti effetti sul controllo della qualità delle vie arteriose.

Valutando la composizione alimentare per 100gr di prodotto, le nere hanno 0.8gr di carboidrati, a differenza del grammo delle verdi; sempre le nere hanno 1.6gr di proteine a differenza delle verdi che ne hanno 0.8gr; per quanto riguarda il profilo lipidico, le nere hanno 25.1gr di lipidi totali mentre le verdi solo 15gr.

Il consiglio è di utilizzarle entrambe in qualsiasi piano alimentare. Nel caso di piatto composito, con verdi e nere presenti insieme, aumentare le nere rispetto alle verdi.

 

Tè o caffè?

Il Centro di Medicina di Parigi (IPS), dal 2001 al 2008 prima e fino al 2011 poi, ha seguito più di 130.000 persone per valutare gli effetti del tè e del caffè sull'eventuale riduzione di mortalità cardiovascolare e non cardiovascolare.
Tenendo in considerazione, a conclusione dello studio, di età, attività fisica, stile di vita, l'essere o non essere un fumatore, o esserlo stato, è emerso che il consumo di tè è in grado di ridurre la mortalità non cardiovascolare del 24%.
Le conclusioni hanno mostrato che le foglie di tè hanno effetti più marcati sulla pressione sanguigna rispetto al caffè, con una diminuizione della pressione diastolica e sistolica.
La mortalità cardiovascolare è lievemente più alta nei consumatori di caffè, ma non statisticamente significativa.
Quello che è apparso evidente, invece, è che il tè è in grado di ridurre vistosamente il rischio di morte non cardiovascolare, soprattutto nei fumatori e negli ex fumatori.
Tutto ciò è possibile, probabilmente, alla forte concentrazione di antiossidanti che possono fornire benefici di vario genere.

 

Insalate in busta o no?

Insalata in busta o no?

Negli ultimi 10 anni è decuplicato il consumo di insalate e verdure confezionate, già lavate e pronte all’uso, a discapito della verdura fresca.
Così come è aumentato il consumo di questo prodotto, sono aumentati gli studi in merito per valutarne la qualità.

Fra questi, due sono molto indicativi dello “stato di salute” di questo prodotto: uno studio portato avanti dall’Università di Torino e uno dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.
Secondo questi ultimi, il metodo di trattamento dei prodotti in busta riduce del 50% le proprietà antiossidanti della verdura a causa della perdita di Vitamina C e polifenoli.

Inoltre, viene evidenziata la scarsa igiene del prodotto, con carica batterica totale (ma non patogena) elevata, già al primo giorno di produzione, per aumentare di quasi il 90% al quinto giorno della shelf life del prodotto.
Questo è dovuto al fatto che, nonostante il sottovuoto o l’atmosfera controllata, la catena del freddo è difficile da rispettare dalla produzione al piatto in tavola, facendo si che l’umidità e la temperatura all’interno della confezione non sia stabile per tutta la durata della vita del prodotto.
Quindi si consiglia di lavare, comunque, il prodotto prima di mangiarlo.

A questo punto, considerati i costi del prodotto “non fresco”, superiori in media di circa 7€ al kilo, e considerato il fatto che è da lavare comunque, così come l’insalata fresca, prima dell’utilizzo e che, sempre il prodotto “non fresco”, contiene una carica batterica totale vicina ai limiti superiori della direttiva 2073/2005, conviene comunque comprare il prodotto imbustato?

 

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