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L'importanza del consumo di carote

Tra le molecole più attive nelle carote troviamo il betacarotene, molecola appartente alla famiglia dei carotenoidi, composti molto importanti poichè base per la formazione della vitamina A.

Hanno elevato potere antiossidante: questa capacità aiuta a prevenire diversi fattori di rischio, sia per le malattie dell'apparato circolatorio sia per le malattie tumorali (ad esempio nel colon).

Molto studiati e dimostrati sono gli effetti positivi dell'assunzione di carote per le malattie cardiovascolari non solo per le proprietà dei carotenoidi ma anche per la presenza di fibra.

La biodisponibilità del betacarotene è facilitata dalla presenza di sostanze grasse.

E' consigliato consumare la carota cruda grattuggiata e condita con olio extravergine d'oliva, così da usufruire al massimo di tutte le proprietà benefiche del betacarotene e della vitamina C (che si perde durante la cottura).

Anche il succo di carote mantiene elevate tutte le proprietà nutritive e aumente la biodisponibilità del betacarotene. 

 

Bromelina e sue possibili applicazioni

Con il termine bromelina ci si riferisce a due enzimi proteolitici sulfidrici presenti nella frutta, in special modo nel gambo dell'ananas.

Questa piccola proteina è in grado di idrolizzare e scindere una grande varietà di proteine, sia in ambienti acidi che in ambienti alcalini.

Isolata, originariamente, verso la fine del 1800, la bromelina può svolgere un ruolo fondamentale nella digestione, nell'attenuazione del dolore, nel processo di cicatrizzazione delle ferite e nella prevenzione delle malattie da irritazione.

La caratteristica migliore della bromelina è quella di essere assorbita completamente intatta a livello dell'intestino tenue, portando questo enzima ad essere protagonista dei vari processi caratterizzanti, ad esempio, la riduzione dell'arrossamento.

In Europa, la bromelina, è utilizzata soprattutto nella riabilitazione post intervento, grazie alla sua capacità di ridurre gonfiori, ecchimosi ed accellerare i tempi di guarigione.

In Germania, integratori a base di bromelina vengono utilizzati per migliorare la congestione nasale.

Attualmente è in fase di studio il suo utilizzo per via topica in situazioni che presentano ustioni di terzo e secondo grado.

In ambito sportivo, la bromelina viene spesso utilizzata per accellerare i tempi di guarigione dopo una lesione muscolare, distorsioni o contusioni.

La bromelina può essere anche utilizzata in presenza di emorroidi e vene varicose.

Infine, uno studio tedesco ha mostrato come la bromelina può rafforzare l'attività del sistema immunitario, anche in presenza di cancro al seno. Questo è possibile perchè la bromelina contrasta gli effetti collaterali del cancro come la capacità di diminuire l'attività del sistema immunitario.

La Bromelina può essere somministrata per via orale, parenterale o per infusione endovenosa ed è stato accertato che fino al 40% della Bromelina somministrata per os può essere assorbita come tale

Preparati a base di ananas con alte concentrazioni di bromelina sono sconsigliati in soggetti che presentano ulcera peptica e che stanno seguendo una terapia anticoagulante.

 

Correlazione fra assunzione di fosfatidilserina e attività fisica

Uno studio anglo-americano, pubblicato sul Journal of the International Society of Sports Nutrition, ha valutato gli effetti di un'assunzione di fosfatidilserina in soggetti che svolgono un'attività fisica moderata.


Studi precedenti avevano mostrato che la supplementazione di fosfatidilserina (PS) ha il potenziale per attenuare i valori di cortisolo in risposta allo svoglimento di esercizio fisico.


Lo studio ha valutato la concentrazione nel plasma di cortisolo, lattato, ormone della crescita e testosterone, prima, durante e dopo l'esercizio in soggetti maschi adulti.
10 uomini hanno partecipato allo studio. Ognuno assumeva 600mg di PS o un placebo per 10 giorni.
I risultati hanno mostrato che la PS, effettivamente, abbassa i livelli di stress post allenamento e previene il deterioramento fisiologico che accompagna l'esercizio fisico moderato. Inoltre, la PS, promuove un aumento significativo dei livelli di testosterone.


La fosfatidilserina è estratta dal cervello di animali o dalla soia. Si preferisce l'utilizza di quest'ultima perchè molti studi mostrano minori effetti indesiderati rispetto a quella di origine animale.

 

Sclerosi multipla e sale

Diete ricche in sale potrebbero portare al peggioramento dei sintomi legati alla sclerosi multipla ed aumentare i rischi di deterioramente neurologico. Questo è quanto alcune ricerche riportano sul British Medical Journal.


Le precendeti ricerche indicavano che il sale poteva alterare la risposta autoimmune, implicata nello sviluppo della sclerosi multipla, ma non era chiaro in quale maniera.
I ricercatori hanno analizzato il sangue e le urine di 70 soggetti partecipanti agli studi in questione che presentavano i sintomi della forma remittente della sclerosi multipla. Sono stati valutati i valori di sale, creatinina e vitamina D.
I soggetti sono stati seguiti per 9 mesi, durante i quali hanno apportato delle modifiche alla loro dieta, soprattutto per quanto riguarda la concentrazione del sale nei loro pasti.
Successivamente, per due anni, è stata valutata la loro salute neurologica.
Un secondo gruppo, formato da 52 soggetti, è stato utilizzato come controllo.


E' stato visto che esiste un collegamento fra l'assunzione di alte concentrazione di sale e il peggioramento della situazione patologica.
I ricercatori, quindi, consigliano di ridurre l'assunzione di sale al minimo possibile perchè questo porterà ad una più lenta progressione dei sintomi della malattia.

 

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