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Sviluppo della massa muscolare: mTOR, fondamentale protagonista

 

 

Per favorire lo sviluppo di masse muscolari utili all'esercizio, l'allenamento è fondamentale. Tuttavia l'alimentazione può influenzare alla fine tale effetto.

Questo effetto deve esplicarsi anche e soprattutto a livello molecolare. Questi effetti, al momento, non sono ben conosciuti, tuttavia si pensa che l'intervento possa realizzarsi a livello della regolazione della fosfatidil-inositolo chinasi e di mTOR.

mTOR è una proteina scoperta nel 2006 e tecnicamente nelle cellule dei mammiferi rappresenta il "bersaglio-target della rapamicina".
E' un complesso che "sente" il livello di ormoni (insulina, fattori di crescita, agenti mitogeni) e nutrienti (glucosio), acido fosfatidico, stato di ossido-riduzione ed energia delle cellule e può essere inibito dalla rapamicina (un antibiotico).

In breve, l'attività di questo controllore della sintesi proteica è stimolata tra l'altro da insulina, aminoacidi (in particolare leucina) e stress ossidativi, mentre è inibito da bassi livelli di glucosio, carenza di insulina, stress riduttivo, caffeina (e rapamicina).

Anche gli acidi grassi (nel cuore) regolano il complesso mTOR. Nel caso del muscolo, la contrazione muscolare farebbe aumentare l'acido fosfatidico (con incremento dell'attività di mTOR) per attivazione della fosfolipasi D.

Anche la produzione di GH e la riduzione del cortisolo possono provocare effetti utili.

Allergie alimentari o intolleranze?

Allergie o intolleranze?

Le reazioni avverse agli alimenti sono spesso identificate con termini molti diversi fra loro.

Ipersensibilità agli alimenti, intolleranze alimentari, allergie alimentari sono solo alcune fra le terminologie mediche e non utilizzate per identificare “disturbi” associati all’introduzione di particolari alimenti.

Allergie Alimentari

L’allergia alimentare è una reazione che prevede il coinvolgimento del sistema immunitario nei confronti  di elementi nocivi provenienti dall’esterno, in questo caso determinati cibi.

L’attivazione del sistema immunitario prevede la produzione di specifici anticorpi, le IgE, adibite a combattere gli eventuali allergeni presenti negli alimenti.

Ciò comporta il rilascio di istamina e altre sostanze chimiche prodotte naturalmente dal nostro corpo. Ed è proprio questo rilascio di istamina e sostanze chimiche a produrre i comuni sintomi di una reazione allergica.

Tra queste, reazioni cutanee che includono prurito e orticaria, gonfiore, sintomi intestinali, vomito, mal di stomaco, diarrea e sintomi respiratori.

Nei casi più gravi i sintomi possono svilupparsi rapidamente e possono essere un pericolo per la vita dell’individuo, tali da richiedere cure mediche urgenti.

Normalmente i sintomi sorgono da dopo pochi minuti dall’introduzione del cibo, fino alla comparsa dopo alcune ore.

Gli alimenti maggiormente coinvolti nelle reazioni allergiche sono arachidi, noci, uova, latte, pesce, crostacei e sesamo.

Intolleranze alimentari

L’intolleranza alimentare non è sempre identificata in maniera netta e precisa.

Di solito la comparsa dei sintomi legati alle intolleranze alimentari non porta il paziente a rischiare la vita, ma comporta la presenza di situazioni fisiologiche che creano disturbo all’individuo.

Questi disturbi, oltre a toccare la sfera fisiologica, spesso intaccano quella psicologica.

Le reazioni di intolleranze alimentari non coinvolgono le IgE (attive invece nelle allergie alimentari) ed i meccanismi di difesa non sono chiari ai più, ma è noto che le reazioni hanno la tendenza a comparire in ritardo rispetto all’assunzione del cibo “incriminato”, ritardo che può arrivare fino ad ore dopo l’assunzione.

I sintomi causati da queste reazioni sono numerosi, ma spesso sono associati a disturbi gastrointestinali come gonfiore, diarrea, costipazione e problemi dermatologici.

I sintomi influenzano in maniera diverse soggetti diversi, arrivando a durare anche giorni.

Essendoci la possibilità di essere intolleranti a cibi diversi nello stesso periodo, viene difficile capire con sicurezza la causa di quel determinato sintomo.

I sintomi legati alle intolleranze alimentari possono essere esacerbati anche da altri fattori, come lo stile di vita, il mangiare in orari non consoni, scarso apporto nutrizionale, assunzione di cibi raffinati, scarsa introduzione di fibre.

Alcune volte, il problema è una mancanza di enzimi necessari a scomporre gli alimenti introdotti con la dieta. E’ il caso della lattasi, dove questo enzima non viene prodotto a sufficienza e l’organismo ha difficoltà croniche a scindere il lattosio per poi digerirlo.

Molte persone soffrono di reazioni avverse nei confronti di sostanze chimiche che si producono naturalmente in alimenti come la caffeina, i salicilati, l’istamina delle fragole, del cioccolato e dei formaggi.

Un’altra possibile causa di intolleranze alimentari sono gli additivi negli alimenti, come i solfiti che vengono aggiunti agli alimenti per dare loro una maggiore conservazione, o come quelli presenti nelle bevande e nel vino.

Ricapitolando, per quanto riguarda le intolleranze alimentari, bisogna tenere a mente che i sintomi possono comparire a distanza di ore.

I sintomi possono essere molteplici, perché una persona può essere intollerante a più cibi nello stesso momento.

Fra i sintomi abbiamo quelli legati all’apparato gastrointestinale, quelli legati ad emicrania, senso di letargia, problemi dermatologici.

La comparsa dei sintomi si basa sul principio della “dose-risposta”. Maggiore è la quantità del cibo incriminato introdotto, maggiore sarà la presenza del sintomo avverso.

 

 

 

Aminoacidi a confronto con le proteine integrali: chi apporta il maggior beneficio?

 

L'assunzione di aminoacidi essenziali o di proteine integrali sembra apportare un beneficio nello stimolo della sintesi proteica muscolare. Tuttavia, esiste un vantaggio nel consumo di una forma di proteine rispetto ad un'altra?

Un gruppo di ricercatori ha suggerito che la combinazione di siero e caseina può essere più utile nel suscitare aumenti di massa magra rispetto a una combinazione di siero e aminoacidi essenziali (Kersick et al., 2006).

Tuttavia, non sembra vi siano dati sufficienti per giungere ad una conclusione definitiva.

L'aspetto interessante è che uno studio che ha messo a confronto l'assunzione di siero pre- e post-attività fisica non ha riferito di alcun beneficio per la sintesi proteica muscolare tra le due assunzioni (Tipton et al., 2007).

Questo risultato è in contrasto con gli studi che hanno descritto un beneficio significativo dall'assunzione pre-allenamento di aminoacidi rispetto all'assunzione post-allenamento. Queste differenze sono probabilmente correlate alla differenza nella velocità di assorbimento e nel conseguente rilascio di aminoacidi al muscolo in attività. Tipton et al. (2007) hanno mostrato che, dopo l'assunzione di proteine del siero, le concentrazioni arteriose degli aminoacidi aumentano solo del 30%, mentre dopo l'assunzione di aminoacidi essenziali l'aumento è di circa il 100% rispetto ai livelli a riposo, indicando una maggiore disponibilità di aminoacidi per il muscolo in attività.

Inoltre, l'aggiunta di carboidrati agli aminoacidi (nessun carboidrato è stato aggiunto alle proteine del siero) ha probabilmente potenziato l'assorbimento degli aminoacidi da parte del muscolo mediante la stimolazione di una risposta insulinica superiore.

Effetto della creatina sui cambiamenti della massa corporea e del muscolo scheletrico

 

L'assunzione di creatina è in genere associata ad aumenti del peso corporeo. L'aumento ponderale spesso si verifica abbastanza rapidamente ed è probabilmente correlato a un aumento del contenuto totale di acqua nel corpo.

Un aumento del contenuto di creatina nel muscolo scheletrico determina un aumento del gradiente osmotico intracellulare, provocando una maggiore ritenzione idrica nel muscolo. 

Quando la supplementazione di creatina si prolunga nel tempo, gli aumenti della massa corporea sono in genere correlati ad un aumento della massa magra. Questi cambiamenti sono probabilmente correlati agli adattamenti fisiologici che derivano da uno stimolo di allenamento più efficace in seguito alla supplementazione di creatina (Hoffman, 2010).

Volek e coll. (1999) hanno descritto aumenti significativamente maggiori, dopo un programma di allenamento contro resistenza periodizzato di 12 settimane, della sezione trasversa delle fibre di Tipo I, Tipo II e Tipo IIab nei partecipanti che avevano consumato creatina rispetto ad un placebo.

Willougby e Rosene (2001) hanno dimostrato che l'assunzione di creatina può potenziare la risposta della sintesi della catena pesante della miosina, dopo un programma di allenamento contro resistenza periodizzato di 12 settimane.

Sebbene questi studi dimostrino che la combinazione di consumo di creatina e di esercizio contro resistenza sia uno stimolo potente per amplificare l'adattamento fisiologico all'allenamento, altri hanno dimostrato che la creatina di per sè può avere la capacità di stimolare l'adattamento delle cellule muscolari senza uno stimolo di allenamento.

Vierck e coll. (2003) hanno riferito un aumento della proliferazione delle cellule satellite quando la creatina è stata aggiunta a una coltura cellulare di cellule satellite.

Pertanto, la creatina può avere sia un ruolo diretto che indiretto nello stimolare i cambiamenti morfologici del muscolo.

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