Nutrizione ed Emicrania
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- Pubblicato: Lunedì, 13 Novembre 2017 14:12
- Scritto da Dott. Francesco Margheriti
Tante persone che conosciamo e anche, magari, noi stessi, abbiamo sofferto e soffriamo di ricorrenti mal di testa.
Si parla di emicrania, di diversi tipi di cefalea, di problematiche cervicali, rimane comunque il fatto che il dolore e il fastidio è abbastanza presente nella vita di tutti i giorni.
Stiamo parlando di un disordine neurologico che coinvolge meccanismi neurali diversi che regolano diverse funzioni autonomiche, cognitive e sensoriali. Si tratta di una situazione disabilitante, molto comune, ricorrente e che, purtroppo, vede nel sesso femminile maggiore espressione.
I fattori che influenzano la comparsa di questa problematica sono vari, infatti parliamo di problematiche o patologia multifattoriale.
Fra i vari, sicuramente la genetica, disturbi cervicali, disturbi posturali, emotivi, odontoiatrici ma anche disturbi come quelli del sonno, tempi di riposo insufficienti, problematiche a livello ormonale, periodi di stress prolungato e, naturalmente, abitudini alimentari scorrette.
Ultimamente evidenze scientifiche suggeriscono che interventi alimentari mirati e ben strutturati possono rappresentare un approccio fondamentale di tipo soprattutto preventivo per questo tipo di problema.
Come per qualsiasi condizione fisio patologica di fastidio, anche per l'emicrania sono state redatte liste su liste di alimenti da evitare o da usare, per permettere un miglioramento della situazione in essere. Il problema è che molte di queste liste sono state redatte senza tenere conto di ciò che la scienza ha messo in evidenza, ma basandosi il più delle volte su esperienze personali e soggettive.
Alcool: questa è una sostanza che andrebbe evitate sia dai soggetti predisposti a questo problema sia da quelli che non ne soffrono abitualmente. La condizione peggiora quando il prodotto è assunto a stomaco vuoto.
Acqua: è fondamentale per disintossicare l'organismo, se ne dovrebbe bere almeno 1.5lt al giorno.
Cioccolato: una volta era considerato il male fatto alimento per chi soffriva di mal di testa frequenti; ora invece si conoscono i suoi effetti positivi, soprattutto di tipo neuroprotettivo e antiossidante. Assumerne massimo 20gr al giorno.
Digiuno: ultimamente è una delle pratiche più in voga, se ne sente tanto parlare in televisione e sui vari media; in realtà stiamo parlando della terza causa scatenante il mal di testa. Addirittura anche saltare un pasto può essere nocivo per soggetti sensibili.
Energia: il cervello dell'emicranico necessità continuamente di grandi quantità di energia, da approvvigionare attraverso piccoli pasti.
Prodotti freschi: evitare alimenti conservati e ricchi di conservanti; ad esempio limitare i salumi, ricchi di nitriti e nitrati.
Ginko Biloba: contiene grandi quantità di ginkolide B, un nutraceutico che contrasta alcune forme di emicrania.
Latticini: evitare formaggi altamente stagionati, ricchi di tiramina.
Nutraceutici: assumere alimenti e integratori ricchi di Vitamina A, D e B2, magnesio, coenzima Q10, Omega 3 (in latte, yogurt, manzo, pollo, frutta secca, pesce, spinaci e soia).
Nervini: così come per il cioccolato, anche per gli altri nervini se ne era sempre parlato male; ad oggi sappiamo che caffeina e teina hanno funzioni analgesiche se assunte in giuste dosi.
Zuccheri: abbiamo parlato di energia, di continuo apporto di carburante al cervello per evitare gli episodi di cui stiamo parlando. Sarebbe logico pensare che l'assunzione di zuccheri, magari ad alto indice glicemico, possa aiutare in tal senso. In realtà le cose sono leggermente diverse. Recenti studi (due italiani, condotti dal Prof. Di Lorenzo, 2014 e 2016), ci dicono che bisognerebbe ridurre l'apporto di glucidi fra un attacco e l'altro, spingendo l'organismo ad usare i corpi chetonici a scopo energetico, sia se parliamo di soggetti in sovrappeso sia se parliamo di soggetti normopeso. Questo lo si può fare attuando una dieta normoproteica, ipoglucidica e iperlipidica, a base soprattutto di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi. Attuando questa tattica si arriva a normalizzare il rapporto tra i due neurotrasmettitori implicati nel mal di testa, GABA e Glutammato, aumentare il rilascio di serotonina ed aumentare la capacità energetica mitocondriale a livello cerebrale.
Come detto all'inizio dell'articolo, il "mal di testa" è una condizione multifattoriale e per questo motivo, per affrontare tale problema, bisogna avere un approccio multidisciplinare. Bisognerebbe indagare su più aspetti e in più direzioni, facendosi aiutare e consigliare da soggetti qualificati a trattare la problematica e autorizzati legalmente.
Evitate il "fai da te" ed evitate di chiedere consiglio al primo guru del web o del bar sotto casa.