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Quale tipo di creatina usare?

 

Una delle domande più frequenti poste dagli atleti è quale sia il tipo di creatina che dovrebbero acquistare. Questo aspetto rappresenta un problema, dato l’alto numero di società di alimenti sportivi che hanno utilizzato varie formulazioni di creatina, sostenendone la maggiore efficacia.

La gran parte delle ricerche che ha dimostrato l’efficacia della supplementazione di creatina ha usato la creatina monoidrato. Quando la creatina è assunta sotto forma di monoidrato, l’assorbimento intestinale è vicino al 100%.
Jager et al. (2007) hanno esaminato il cambiamento delle concentrazioni plasmatiche di creatina e la farmacocinetica dell’assorbimento della creatina dopo ingestione di concentrazioni uguali di creatina monoidrato, tri-creatina citrato e creatina piruvato.

I loro risultati hanno indicato che queste diverse forme possono determinare una leggera alterazione della cinetica dell’assorbimento della creatina plasmatica, con le massime concentrazioni plasmatiche osservate con l’ingestione della creatina piruvato. Tuttavia, i ricercatori non hanno creduto che vi siano state differenze nella biodisponibilità di queste diverse forme di creatine poiché l’assorbimento della creatina monoidrato è del 100%.


Uno studio del 2009, condotto da Spillane e colleghi, ha comparato una supplementazione di creatina etil estere per 5 giorni con la creatina monoidrato ed un placebo e hanno osservato che, per quanto riguarda i cambiamenti della massa corporea e della massa magra, la prima è inferiore persino al placebo.
L’uso della creatina etil estere non ha mostrato alcun aumento significativo del contenuto sierico e muscolare della creatina, suggerendo che una larga porzione di quel supplemento è stata degradata nell’intestino dopo l’assunzione.


Pertanto, in conclusione, sinora le evidenze scientifiche suggeriscono che la creatina monoidrato è il tipo di creatina raccomandato.

Consumo di pesce e memoria

In passato diverse ricerche hanno dimostrato l’utilità degli omega 3 contenuti nel pesce, frutta secca e semi per le funzioni del cervello.


Oggi, un recente studio, dimostrerebbe che chi mangia pesce, indipendentemente dalla quantità di acidi grassi omega 3 che esso contiene, presenta volumi cerebrali maggiori nelle regioni associate alla memoria e alla capacità cognitiva.
I vantaggi si ottengono consumando almeno una volta a settimana, cotto al forno o alla griglia, ma non fritto.


Considerando che nel 2040, si stima, saranno più di 80 milioni le persone che soffriranno di problemi cognitivi senili, forse conviene a tutti ricordare di passare in pescheria.

Lo yogurt aiuta a dimagrire?

Lo yogurt è una fonte di batteri “buoni” e sempre più ricercatori stanno scoprendo quanto sia importante avere e mantenere una efficace flora batterica intestinale perché ci aiuta a tutelare la salute.


Un largo utilizzo di questo alimento, almeno 7 vasetti a settimana, è associato ad un minor rischio di obesità in quanto agisce positivamente sull’equilibrio della flora batterica intestinale.


Inoltre, il suo alto contenuto di calcio permette l’utilizzazione dei grassi a scopo energetico.


Lo yogurt è da consigliare anche a chi è già in sovrappeso o obeso, non soltanto per dimagrire ma anche perché il suo consumo può migliorare la salute in chi ha chili di troppo grazie alla sua azione antiinfiammatoria che svolge a livello dell’intestino, regolando l’appetito e il miglioramento del profilo dei grassi dell’organismo.

Il cacao aiuta a dimagrire?

Se si è a dieta ma non si vuole rinunciare al cacao, può venire in soccorso il cioccolato fondente che aiuta a dimagrire se associato ad una dieta povera di carboidrati.

E’ quanto emerge da un recente studio tedesco afferma che il cacao potenzia gli effetti dimagranti di una dieta ipoglucidica: abbinando alla dieta 42 grammi al giorno di cioccolato nero (dall’81% di cacao in su) si perde, circa, il 10% in più di peso rispetto alla sola dieta.

La dimostrazione arriva dall’Istituto di dietetica e salute di Mainz in un lavoro pubblicato sulla rivista International Archives of Medicine.
Un’ altra ricerca, condotta da Daniela Jakubowicz dell’università di Tel Aviv, dimostra che mangiare cacao a colazione o prima di andare a letto stimola l’attività lipolitica dell’organismo.

Gli esperti tedeschi hanno coinvolto tre gruppi di persone. Al primo hanno assegnato una dieta povera di carboidrati, al secondo la stessa dieta abbinata a 42 grammi di cioccolato fondente al giorno, al terzo gruppo, invece, nessun tipo di vincolo.

Dopo un periodo prestabilito i ricercatori hanno misurato una serie di parametri metabolici oltre alla perdita di peso raggiunto dai partecipanti. E’ emerso chiaramente che, rispetto al campione di controllo che non ha seguito alcuna dieta, gli altri due hanno entrambi perso peso.

Ma la cosa sorprendente è che il gruppo che ha mangiato il cioccolato ogni giorno è riuscito a dimagrire il 10% in più di peso rispetto agli altri volontari a dieta ma senza cioccolato. Inoltre presentava meno colesterolo nel sangue e riferiva un sonno di migliore qualità. Il cioccolato fondente aiuta anche enormemente a mantenere il peso raggiunto nelle settimane successive all’interruzione della dieta.

Probabilmente il tutto è dovuto alla presenza nel cacao di sostanze particolari. Tra queste la teobromina e la caffeina.

In 100 grammi di cacao ci sono circa 1 grammo di teobromina e 50 mg di caffeina. Entrambe sono dotate di un effetto termogenico stimolando direttamente la lipolisi a livello del tessuto adiposo. Inoltre la teobromina sembra innalzare i livelli di serotonina migliorando così l'umore e diminuendo la cosiddetta "fame nervosa".

 

 

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