Dott. Francesco Margheriti - Biologo Nutrizionista

  • A cosa può servirci avere valori corretti di selenio? Ce lo dice la scienza

    Il Selenio, in quanto oligoelemento, costituisce una parte essenziale della nostra dieta.

    In collaborazione con l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, i ricercatori di Charitè dell’Università di Medicina di Berlino, sono stati in grado di dimostrare che i livelli di selenio nel sangue sono associati ad un abbassamento del rischio di sviluppare cancro al fegato. In aggiunta ad altri fattori di rischio, lo studio esamina anche come i livelli di selenio possono influenzare lo sviluppo di altri tipi di cancro.
    I risultati di questo studio sono stati pubblicati sull’American Journal of Clinical Nutrition.

     

  • Alimentazione e integrazione negli sport di squadra

    Per sport di squadra, usualmente, si intendo quegli sport dove si alternano scatti, movimenti esplosivi, movimenti basati sull’uso della forza, momenti di riposo, conosciuti anche come sport a carattere misto aerobici/anaerobici.

    All’interno di un team, di una squadra, esistono poi vari ruoli, ognuno caratterizzato da un tipo di movimento particolare e da un tipo di prestazione caratteristica.

     

    La nutrizione, la supplementazione e l’integrazione devono quindi tenere conto delle diversità riscontrabili fra i diversi tipi di sport di squadra e, soprattutto, tra i diversi ruoli che compongono una squadra.

    Altra caratteristica fondamentale di un approccio nutrizionale personalizzato è la calendarizzazione di alcuni eventi sportivi ai quali quella squadra e quell’atleta devono partecipare.

    Il tipo di attività fisica, l’intensità, la durata e la frequenza degli allenamenti e delle gare, avranno un ruolo determinante nella stima del fabbisogno energetico-nutrizionale giornaliero.

    Molti studi hanno dimostrato quanto sia facile trovare disidratazione in atleti d’elite. La disidratazione è direttamente correlata alla ridotta capacità di esercizio, maggiore percezione dello sforzo e decremento delle prestazioni mentali e di abilità del gesto atletico.

    I carboidrati, mentre una volta venivano considerati come la base della nutrizione dello sportivo, ora sono diventati oggetti di studio e dibattiti. In molte discipline sportive, bassi livelli di carboidrati sono un fattore determinante per l’affaticamento e la riduzione delle prestazioni. L’esigenza di carboidrati dell’atleta sono strettamente legati alla variazione di carico negli allenamenti di giorno in giorno, i vari micro cicli e macrocicli nel calendario, e al diverso livello dell’atleta.

    Gli atleti, quindi, dovrebbero variare il loro apporto di carboidrati in base alla presenza o meno di determinate situazioni fisiche e atletiche.

    Ci sono evidenze sulla tempistica di assunzione di determinati nutrienti e sul loro effetto nel post allenamento. Il consumo di carboidrati insieme a proteine dopo l’esercizio può contribuire a ridurre i DOMS presenti nei giocatori in molti sport di squadra (Cockburn et al., 2010), anche se questo non è un punto di vista sempre condiviso (Pasiokos et al., 2014).

    Condiviso un po’ da tutti è il fatto, invece, che una ingestione di proteine dopo l’esercizio fisico  fornisce un supporto considerevole ad un aumento della sintesi proteica.

    Le proteine del siero del latte sarebbero le migliori da inserire in questo profilo grazie alla presenza di leucina e alla rapida digeribilità.

    Ha senso, tuttavia, per ottimizzare il recupero, distribuire le proteine nei pasti e negli spuntini consumati nel corso della giornata, soprattutto nelle 24h dopo un allenamento intenso.
    Da sempre esiste un dibattito sul fabbisogno totale di proteine negli atleti, ora fissati genericamente tra circa 1.2-1.6 g/kg di massa corporea al giorno.

    Nello sport, lo scopo principale dell’uso dell’integratore deve essere quello di aiutare gli atleti a mantenere uno stato di salute ottimale nell’ottica di prevenire eventuali infortuni. I supplementi e gli sports foods, invece, sono ottimizzati per tollerare e ottimizzare un livello maggiore di allenamento e per velocizzare il recupero.

    Stando alla letteratura scientifica, i supplementi che godono di maggiore interesse da parte della comunità scientifica nel capire i pro e i contro del loro utilizzo in atleti di sport di squadra sono: la creatina, le proteine, gli amminoacidi essenziali e ramificati, sport drink, caffeina e beta alanina.

    Gli atleti di sport di squadra vanno educati ad una buona e regolare alimentazione qualitativa che rispetti anche la tempistica di assunzione dei nutrienti. Integrare diventa necessario in alcuni casi per evitare carenza nutrizionali e la supplementazione adeguata e supportata dalla letteratura scientifica può aiutare la dieta dell’atleta ad ottimizzare le prestazioni e migliorare il recupero.

     

     

     

     

  • Aminoacidi a confronto con le proteine integrali: chi apporta il maggior beneficio?

     

    L'assunzione di aminoacidi essenziali o di proteine integrali sembra apportare un beneficio nello stimolo della sintesi proteica muscolare. Tuttavia, esiste un vantaggio nel consumo di una forma di proteine rispetto ad un'altra?

    Un gruppo di ricercatori ha suggerito che la combinazione di siero e caseina può essere più utile nel suscitare aumenti di massa magra rispetto a una combinazione di siero e aminoacidi essenziali (Kersick et al., 2006).

    Tuttavia, non sembra vi siano dati sufficienti per giungere ad una conclusione definitiva.

    L'aspetto interessante è che uno studio che ha messo a confronto l'assunzione di siero pre- e post-attività fisica non ha riferito di alcun beneficio per la sintesi proteica muscolare tra le due assunzioni (Tipton et al., 2007).

    Questo risultato è in contrasto con gli studi che hanno descritto un beneficio significativo dall'assunzione pre-allenamento di aminoacidi rispetto all'assunzione post-allenamento. Queste differenze sono probabilmente correlate alla differenza nella velocità di assorbimento e nel conseguente rilascio di aminoacidi al muscolo in attività. Tipton et al. (2007) hanno mostrato che, dopo l'assunzione di proteine del siero, le concentrazioni arteriose degli aminoacidi aumentano solo del 30%, mentre dopo l'assunzione di aminoacidi essenziali l'aumento è di circa il 100% rispetto ai livelli a riposo, indicando una maggiore disponibilità di aminoacidi per il muscolo in attività.

    Inoltre, l'aggiunta di carboidrati agli aminoacidi (nessun carboidrato è stato aggiunto alle proteine del siero) ha probabilmente potenziato l'assorbimento degli aminoacidi da parte del muscolo mediante la stimolazione di una risposta insulinica superiore.

  • Avete mai sentito parlare del Tribulus Terrestris?

    Come da titolo, cari lettori, oggi vi presento una pianta usata da millenni in Asia e da qualche decennio in Europa.

    Si tratta del Tribulus Terrestris. 

    Molti considerano questa pianta miracolosa, ma quanto c'è di vero in quello che si dice circa il Tribulus?

    Nel video, fatto con i ragazzi di Into The Fitness, cercherò di spiegare in maniera semplice e veloce cosa è, a cosa potrebbe servire e cosa ci dice la scienza in merito.

     

    Buona visione!!!

  • Carnosina, ottima contro l'acido lattico

     

    Costituita da beta-alanina e istidina, viene prodotta nel fegato ed avviata nel muscolo dove si concentra. La quota proveniente dagli alimenti, di origine esogena, è di circa 50-250 mg al giorno e si unisce a quella prodotta dal fegato distribuendosi a tutti i tessuti. Oltre al muscolo, anche il cervello è una sede di deposito, mentre la carnosina manca nel muscolo cardiaco. 

    La sua funzione è quella di agire da sistema tampone dell'acidità cellulare quando si forma acido lattico e quindi acidosi intracellulare.

    La sua concentrazione è infatti particolarmente elevata nelle fibrocellule veloci, nelle quali il metabolismo è prettamente anaerobico. 

    Una seconda funzione consiste nell'attivare l'enzima ATPasi miosinica, importante per la contrattilità delle miofibrille.

    Una terza funzione richiama l'importanza della carnosina come "scavenger" dei radicali di ossigeno (soprattutto superossido) e quindi come antiossidante.

    L'assunzione orale, durante i pasti per migliorarne l'assorbimento, può trovare indicazione negli sportivi sottoposti a stress.

    Una dose di 1-3 gr al giorno è ritenuta sicura.

  • Come e quando nutrire il muscolo

    Chi cerca la crescita muscolare, ma non solo, dovrebbe apportare elementi nutritivi di alta qualità ai propri muscoli e supplementi per massimizzare la performance e la crescita.

    L'alimentazione nel fitness è stata ridefinita negli ultimi anni, portando ad avere come base questi piccoli suggerimenti:

    - fare 5-6 piccoli pasti al giorno ogni paio di ore

    - cercare di assumere proteine dall'alto valore biologico per costruire e riparare i muscoli

    - assumere carboidrati complessi per ricaricare le energie

    - limitare il carico di grassi, che comunque, nelle giuste dosi, sono importanti per la produzione di ormoni.

     

    Il tutto sembra molto semplice, ma ci sono dei piccoli accorgimenti di cui bisogna tenere conto.

    I carboidrati complessi, che non sono altro che molecole di zucchero incatenate fra loro, hanno bisogno di molto tempo per essere digeriti rispetto agli zuccheri semplici, che quindi sembrerebbero gli ideali da consumare durante il giorno stando, però, attenti al controllo dei livelli di zucchero nel sangue.

    Gli zuccheri semplici entrano velocemente nel sangue e velocemente portano ad un rilascio di insulina.

    L'insulina porta lo zucchero all'interno delle cellule del fegato e dei muscoli, stipandolo per un uso futuro.
    Un eccesso di zucchero nel sangue però porta l'insulina a stipare lo zucchero stesso nelle cellule del grasso, i lipociti.

    Quindi, per un controllo migliore dell'insulina, è meglio preferire il consumo di carboidrati complessi in associazione, eventualmente, ad una piccola dose di carboidrati semplici.

    Chi pratica body building sa però che ci sono dei momenti dove avere livelli di zucchero elevati nel sangue aiuta nell'attività sportiva.

    Per essere sicuri di non aver fame durante l'allenamento e di avere le giuste quantità di energie bisogna consumare un piccolo pasto pre allenamento, circa 30-60 minuti prima.

    I nutrienti saranno pronti per l'allenamento e per il recupero post workout.

    Quindi, prima di un allenamento, è importante mangiare un pasto composto da zuccheri complessi e semplici e da una quota proteica (che potrebbe variare in base alle caratteristiche fisiche soggettive).

    Carboidrati a lento rilascio delle fibre più zuccheri velocemente digeribili, come maltodestrine e destrosio, combinati a proteine dall'alto valore biologico come quelle dell'albume d'uovo comporranno un pasto completo e utile all'allenamento.

     

    Allo stesso modo, subito dopo l'allenamento, i muscoli sono depleti di glicogeno, consumato durante l'esercizio fisico.

    Specialmente dopo un allenamento intenso il corpo si ritroverà in uno stato catabolico, contrario quindi alla crescita muscolare.

    In questo preciso momento è opportuno assumere carboidrati semplici e facilmente digeribili insieme a proteine come quelle isolate dal latte che entreranno nelle cellule insieme allo zucchero.

    Il tempo che caratterizza la così detta finestra anabolica è di circa due ore ed è quindi in questo arco di tempo che il corpo ha maggiormente bisogno di reintegrare tutte quelle sostanza che serviranno alla riparazione muscolare e alla crescita del muscolo stesso.

    Ideale, dopo l'allenamento, sarebbe l'assunzione di un pasto liquido invece che solido, sempre per ottimizzare i tempi di digestione.

     

    Ho parlato di proteine isolate dal latte.
    Le migliori presenti sul mercato devono avere bassi livelli di grassi e lattosio, magari prodotte attraverso microfiltrazione.
    Questo tipo di proteine sono assorbite velocemente, promuovendo la crescita muscolare e la riduzione del grasso corporeo grazie all'induzione dell'ormone della crescita.

    Un altro integratore che può aiutare la crescita muscolare è la creatina. 
    Questa naturalmente la si trova nelle fonti alimentari animali e mostra un incremento della sintesi proteica portando acqua all'interno della cellula.
    Oltre a questo, porta ad un aumento della fosfocreatina nel tessuto muscolare, usata per la formazione di ATP

    La supplementazione di glutammina aiuta la crescita muscolare, aumentando il volume cellulare dei miociti e liberando ormone della crescita.

    La caffeina aiuta a mobilizzare le cellule grasse e, presa nel pre workout, accellera il metabolismo con conseguente maggiore forza e resistenza durante l'allenamento.

    Comunque, si deve sempre tenere a mente che per avere un crescita muscolare importante bisogna, prima di tutto, seguire un programma d'allenamento preciso e mirato alle soggettive necessità, farsi seguire attentamente da professionisti preparati e qualificati, affiancando un programma alimentare che porti il soggetto a nutrirsi in maniera pulita e completa.

    Si massimizza la crescita muscolare facendo particolarmente attenzione a ciò che si consuma, specialmente prima e immediatamente dopo l'allenamento. 

  • Correlazione fra assunzione di fosfatidilserina e attività fisica

    Uno studio anglo-americano, pubblicato sul Journal of the International Society of Sports Nutrition, ha valutato gli effetti di un'assunzione di fosfatidilserina in soggetti che svolgono un'attività fisica moderata.


    Studi precedenti avevano mostrato che la supplementazione di fosfatidilserina (PS) ha il potenziale per attenuare i valori di cortisolo in risposta allo svoglimento di esercizio fisico.


    Lo studio ha valutato la concentrazione nel plasma di cortisolo, lattato, ormone della crescita e testosterone, prima, durante e dopo l'esercizio in soggetti maschi adulti.
    10 uomini hanno partecipato allo studio. Ognuno assumeva 600mg di PS o un placebo per 10 giorni.
    I risultati hanno mostrato che la PS, effettivamente, abbassa i livelli di stress post allenamento e previene il deterioramento fisiologico che accompagna l'esercizio fisico moderato. Inoltre, la PS, promuove un aumento significativo dei livelli di testosterone.


    La fosfatidilserina è estratta dal cervello di animali o dalla soia. Si preferisce l'utilizza di quest'ultima perchè molti studi mostrano minori effetti indesiderati rispetto a quella di origine animale.

     

  • Creatina monoidrato e suo utilizzo nel calcio

    La creatina monoidrato è utile nel calcio?

    Studi sulla supplementazione cronica di creatina monoidrato nel calcio ad alto livello sono relativamente pochi.


    Uno studio brasiliano, condotto dall'Università di San Paolo, ha cercato di capire quanto l'assunzione di creatina monoidrato può influire sulla prestazione fisica di un calciatore.
    Sono stati analizzati 14 giocatori d'elitè nella fase del precampionato.
    I calciatori partecipanti allo studio hanno assunto 20gr al giorno di creatina monoidrato, per una settimana, divisi in 4 dosi giornaliere da 5gr ciascuna, per poi passare a 5gr al giorno nelle successive 6 settimane.
    Il gruppo di controllo assumeva, nelle stesse dosi, un placebo.
    Entrambi i gruppi hanno svolto lo stesso tipo di allenamento.
    Alla fine dello studio le caratteristiche antropometriche di entrambi i gruppi non erano diverse dall'inizio, la variazione di BMI era simile, con un aumento in entrambi i gruppi.
    Per quanto riguarda, invece, l'allenamento, è emerso che chi assumeva la creatina monoidrato aveva una performance migliore, con una diminuzione del calo della forza nei muscoli degli arti inferiori, con una sensanzione di fatica che, rispetto al gruppo placebo, tardava a manifestarsi.


    In definitiva, l'assunzione di creatina monoidrato nel calciatore, se eseguita in maniera razionale e personalizzata, magari sotto consiglio specialistico, può migliorare la performance legata alla forza e alla resistenza.

     

  • Creatina: Pro e Contro - cosa dice la scienza

    Abbiamo parlato tante volte di creatina e suoi utilizzi in ambito sportivo.

    Eccovi un video fatto in collaborazione con i ragazzi di Into The Fitness in cui sintetizzo quelle che sono le ultime novità su uno degli integratori più studiati in ambito scientifico.

     

    Buona visione!!!

     

  • Effetti benefici dell'assunzione della Rhodiola Rosea

     

    La rodhiola rosea è una pianta tradizionalmente usata in medicina orientale. E' ampiamente distribuita nelle regioni artiche dell'Europa e dell'Asia.

    E' classificata come un adattogeno, cioè aumenta la capacità del corpo ad adattarsi alle sollecitazioni esterne, allo stress sia fisico che mentale.

    I primi studi risalgono a circa 40 anni fa, studiata prevalentemente in Russia e Scandinavia, ed è nota per la stimolazione del sistema nervoso, la capacità di migliorare la depressione, le prestazioni di lavoro e ridurre la sensazione di affaticamento.

    E' da utilizzare nei periodi di forte stress, mentale e fisico.

    E' di beneficio per gli atleti che svolgono periodi di forte ed intenso  allenamento, per gli atleti che praticano sport di squadra e per gli atleti impegnati in sport dove prevale la forza fisica.

    Uno studio del 2001 ha dimostrato come l'utilizzo di rhodiola rosea ha migliorato la capacità dei soggetti di far fronte allo stress fisico e mentale. Quando siamo esposti a sollecitazioni, il corpo risponde regolando i livelli di alcuni ormoni chiave a livello del sistema nervoso centrale a lungo l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene.

    Questi cambiamenti portano ad un aumento dei livelli di cortisolo e ad un abbassamento dei livelli di noradrenalina e dopamina.

    Considerando che bassi livelli di noradrenalina e dopamina caratterizzano uno stato di affaticamento, anche l'eventuale prestazione atletica ne risentirà.

    La caratteristica adattogena della rhodiola rosea consente di far adattare in modo più efficace l'organismo alle sollecitazioni esterne.

    I componenti della rhodiola rosea che aumentano la resistenza alla fatica fisica e mentale sono la salidroside, i composti glicosidi salidroside simili e il p-tiroloso.

    Alcuni di questi prodotti, inoltre, sembrano avere forti proprietà antiossidanti.

    Uno studio del 2000 ha mostrato che il consumo di rhodiola rosea per 20 giorni ha migliorato significativamente la forma fisica di soggetti sottoposti allo studio e ne ha ridotto la fatica mentale.

    I soggetti di questo studio erano studenti che erano nel mezzo di un periodo di esami universitari.

    Un altro studio condotto su 56 giovani medici che erano occupati nel turno notturno, prevedeva l'assunzione a basse dosi di rhodiola rosea. Si è visto che la stanchezza mentale si è ridotta in modo significativo dopo l'assunzione dell'integratore.

    Per quanto riguarda l'utilizzo nello sport, uno studio del 2004 ha dimostrato che la supplementazione di 4 settimane ha portato i soggetti ad avere una maggiore resistenza e ad una maggiore capacità aerobica.

    Per concludere, inoltre, studi dei primi anni '90 hanno mostrato effetti positivi per quanto riguarda la protezione del muscolo cardiaco e del fegato.

    In definitiva, l'assunzione di rhodiola rosea potrebbe migliorare la capacità di far fronte allo stress fisico e mentale, a proteggere cuore e fegato, a ridurre la fatica mentale e a migliorare la capacità aerobica, lattacida e la performance fisica di resistenza.

  • Effetto della creatina sui cambiamenti della massa corporea e del muscolo scheletrico

     

    L'assunzione di creatina è in genere associata ad aumenti del peso corporeo. L'aumento ponderale spesso si verifica abbastanza rapidamente ed è probabilmente correlato a un aumento del contenuto totale di acqua nel corpo.

    Un aumento del contenuto di creatina nel muscolo scheletrico determina un aumento del gradiente osmotico intracellulare, provocando una maggiore ritenzione idrica nel muscolo. 

    Quando la supplementazione di creatina si prolunga nel tempo, gli aumenti della massa corporea sono in genere correlati ad un aumento della massa magra. Questi cambiamenti sono probabilmente correlati agli adattamenti fisiologici che derivano da uno stimolo di allenamento più efficace in seguito alla supplementazione di creatina (Hoffman, 2010).

    Volek e coll. (1999) hanno descritto aumenti significativamente maggiori, dopo un programma di allenamento contro resistenza periodizzato di 12 settimane, della sezione trasversa delle fibre di Tipo I, Tipo II e Tipo IIab nei partecipanti che avevano consumato creatina rispetto ad un placebo.

    Willougby e Rosene (2001) hanno dimostrato che l'assunzione di creatina può potenziare la risposta della sintesi della catena pesante della miosina, dopo un programma di allenamento contro resistenza periodizzato di 12 settimane.

    Sebbene questi studi dimostrino che la combinazione di consumo di creatina e di esercizio contro resistenza sia uno stimolo potente per amplificare l'adattamento fisiologico all'allenamento, altri hanno dimostrato che la creatina di per sè può avere la capacità di stimolare l'adattamento delle cellule muscolari senza uno stimolo di allenamento.

    Vierck e coll. (2003) hanno riferito un aumento della proliferazione delle cellule satellite quando la creatina è stata aggiunta a una coltura cellulare di cellule satellite.

    Pertanto, la creatina può avere sia un ruolo diretto che indiretto nello stimolare i cambiamenti morfologici del muscolo.

  • Ferro ed attività fisica per migliorare lo studio

    Siamo a maggio, quindi vicini al periodo degli esami, sia per quanto riguarda la scuola secondaria che per quanto riguarda gli studenti universitari. Di solito, questo è un periodo nel quale il soggetto tende a concentrarsi solo ed esclusivamente sugli studi, tralasciando la corretta alimentazione a favore di spuntini veloci e spesso poco salutari e mettendo da parte, per alcune settimane, qualsiasi tipo di attività fisica.

    In realtà, questo modo di approcciarsi, anche se potrebbe regalarvi qualche ora in più di studio, alla lunga, non è salutare e non è fruttifero per quanto riguarda il vostro sapere. 

  • Integrazione di Vitamina D nel periodo gestazionale e di allattamento

    Una nuova ricerca dell’Università di Otago, Nuova Zelanda, ha scoperto che dare alle madri che allattano alte dosi di Vitamina D potrebbe aiutare ad aumentare i livelli di Vitamina D nei loro bambini.

     

  • Le Vitamine del Gruppo B: quali sono, a cosa servono?

    Altro video insieme ai ragazzi di Into The Fitness...

    Spesso si parla di Vitamina B, al singolare, ma, in realtà, è corretto parlare di Vitamine del Gruppo B, al plurale, tante vitamine, tutto importanti, che possiamo trovare in tanti alimenti diversi.

    Gustatevi il video e buona visione!!!

     

  • Liquirizia ed effetti su dispepsia e ulcere

     

    Molti soggetti sono affetti, a volte anche per lunghi periodi, da complessi sintomatologici caratterizzati da dolore

    addominale superiore (gastralgia), digestione lenta, eruttazione, meteorismo, nausea e vomito.

    Si parla in questi casi di dispepsia episodica o cronica.

    Alcune volte, queste situazioni fisiopatologiche, si trovano associate ad altr problematiche, come le ulcere.

    Queste sono provocate, nella maggior parte dei casi, da uno squilibrio tra fattori aggressivi e fattori protettivi.

    In casi di situazioni di emergenza, come la perforazione della mucosa e della parete dell'intestino, bisogna intervenire chirurgicamente.

    Il trattamento farmacologico, di solito, è molto complesso e prevede l'utilizzo di varie categorie farmacologiche, sia a livello sintomatico che eziologico.

    Prima di arrivare a tanto, però, si potrebbe imparare ad utilizzare una pianta molto comune, sicuramente conosciuta da tanti. La liquirizia.

    Le radici e i rizomi della liquirizia contengono importanti molecole e proteine, come la glicirrizina, varie saponine, flavonoidi e cumarine.

    La liquirizia ha attività citoprotettiva, antinfiammatoria e cicatrizzante sulla mucosa gastrica e duodenale, sia per contatto diretto con la lesione, sia per stimolo indiretto alla produzione di muco da parte delle cellule della parete gastrica.

    La liquirizia trova pertanto indicazione nella prevenzione delle ulcere gastriche e duodenali, delle gastriti e delle ulcere da farmaci.

    Ha, inoltre, un effetto antispastico sulla muscolatura liscia esercitato dai flavonoidi.

    Da utilizzare sempre nelle giuste dosi e solo all'accorrenza a causa di possibili effetti collaterali, come l'aumentata perdita di potassio, eventuali effetti lassativi, ipesensibilità accertata verso uno o più componenti.

  • Maqui: studio clinico per valutare l'azione delle antocianine sui bio marker del danno ossidativo

    Numerose evidenze scientifiche suggeriscono che i polifenoli dei frutti a bacca, e in particolare le antocianine e le delfinidine, hanno la capacità di proteggere contro le malattie associate all’età attraverso una varietà di importanti meccanismi. L’integrazione dietetica con polifenoli vegetali può essere una strategia vincente per ristabilire o mantenere un relativo stato di equilibrio nei processi di produzione di ossidazioni e di radicali liberi.


    L’obiettivo dello studio condotto dal gruppo policentrico italiano e cileno è stato quello di studiare gli effetti biochimici e metabolici della somministrazione orale di antocianine di Maqui (Aristotelia chilensis) sulla perossidazione lipidica in soggetti volontari sani sovrappeso, di età compresa tra 45-65 anni, utilizzando un protocollo in doppio cieco randomizzato cross-over.

    Lo studio prevedeva una somministrazione dell’integratore o del placebo per circa un mese, successivamente ai soggetti è stato somministrato, dopo cross-over, integratore o placebo per un ulteriore altro mese, con durata complessiva dello studio di 2 mesi.

    In particolare si è testata l’efficacia di un trattamento della durata di 4 settimane nel proteggere i lipidi ematici e le cellule dei soggetti trattati dallo stress ossidativo. Parallelamente è stata valutata la capacità del trattamento con Maqui RX di ridurre i marker infiammatori.

    Sono stati testati 42 soggetti ai quali è stato somministrato per via orale un estratto di Maqui (Delphinol®) (162 mg di antocianine) o placebo 3 volte al giorno per 4 settimane. Durante tutto il periodo dello studio, sono stati rilevati parametri del sangue e delle urine (prima, dopo la supplementazione e 40 giorni dopo il temine dello studio). Il danno ossidativo lipidico è stato valutato misurando il colesterolo LDL plasmatico ossidato circolante e altre sostanze ossidate nelle urine (gli isoprostani F2α totali). Sono state valutate anche misure antropometriche, pressione sanguigna e profilo lipidico.

    Nel gruppo che aveva assunto l’integratore si è notato un miglioramento dei valori degli indicatori dello stress ossidativo e una diminuzione della perossidazione lipidica dopo somministrazione orale di Maqui. Questa osservazione può essere attribuita all'efficacia degli antociani estratti dalla bacca di Maqui nel migliorare i meccanismi antiossidanti di difesa e di conseguenza di aumentare l’azione protettiva contro l’infiammazione.

     


    Questo studio consente di stabilire una base per prendere in considerazione l'uso dei polifenoli per lo sviluppo di nuove strategie nutrizionali per gestire una corretta condizione di salute e contro specifiche malattie età-correlate.

  • Nutrizione e Igiene Orale... ma, soprattutto, Omega 3

    Come ormai avete potuto notare, spesso mi focalizzo sull’utilità di una corretta alimentazione, una corretta nutrizione ed una precisa integrazione per la prevenzione di alcune patologie o il controllo di alcuni fattori di rischio riguardanti la salute.

    Spesso si parla di nutrizione associata a problematiche gastrointestinali, cardiovascolari, metaboliche e via discorrendo.

    Difficilmente si parla di nutrizione legata a problemi odontoiatrici.

    Le abitudini alimentari, così come influenzano la salute generale del nostro organismo, possono influenzare anche lo stato di salute della nostra bocca. Tutti sanno che un uso eccessivo di carboidrati semplici, associato ad una non puntuale igiene orale, può essere un fattore di rischio per la comparsa di carie e sviluppo di flora cariogena. Si sa anche, così come un recente studio ha mostrato, che bere un litro di bevande gassate al giorno può portare alla rimozione di un millimetro di smalto dentale nel giro di pochi anni.

    Fra i vari alimenti che possono portare ad avere problemi in questa sede troviamo:

    - frutti, succhi e polpe di frutta (con zuccheri aggiunti)

    - bevande zuccherate acide e gassate

    - confettura di frutta e gelatine varie

    - caramelle e dolciumi

    - cioccolato al latte e derivati

    - alimenti confezionati

    Quando parliamo di corretta alimentazione, nel rispetto dell’igiene orale, questa dovrebbe essere varia, regolare, povera in alimenti contenenti % di grassi saturi elevate, ricca di frutta e verdura, contenere una quantità di carboidrati integrali, carni magre e pesce adeguata, frutta secca e, soprattutto, acidi grassi omega 3.

     

    Uno studio pubblicato nel 2010 su “Nutrition” ci spiega come l’incidenza della parodontite in coloro che hanno bassi livelli di DHA sia 1.5 volte più elevata rispetto a quanto riscontrabile in coloro che hanno quantità alte di questo tipo di omega 3. Il DHA, secondo questi scienziati, avrebbe un effetto protettivo ed antinfiammatorio sulle gengive. L’anno successivo, nel 2011, sempre lo stesso gruppo di studiosi, ha pubblicato un’analisi più ampia in cui l’attenzione si è spostata sulla comparsa di parodontite e rapporto omega6-omega3; un rapporto sbilanciato a favore dei primi è associato ad una maggiore frequenza di comparsa del problema (Prostaglandins, Leukotrienes and Essential Fatty Acids).

    Gli omega 3, oltre ad un’azione antinfiammatoria, sembrano avere anche una funzione antibatterica. Gli esperti del Centro per la Ricerca sulla Salute orale del College of Dentistry dell’Università del Kentucky hanno pubblicato su “Molecular Oral Microbiology” uno studio dove si evince che DHA, ma anche EPA ed ALA (altri due tipi di omega 3), anche in dosi relativamente basse, hanno un’azione battericida nei confronti dei più comuni batteri nocivi che popolano la flora buccale.

    Ancora… una ricerca condotta alla Harvard Medical School di Boston ci avverte che assunzioni moderate di EPA e DHA riducono la frequenza del disturbo di parodontite del 20%.  Questo studio ha visto la partecipazione di 9000 adulti americani tra il 1999 e il 2004.

    Quindi, per una corretta igiene orale, ma soprattutto per una corretta prevenzione, sarebbe opportuno imparare ad usare con raziocinio questi importanti acidi grassi presenti soprattutto in pesce, alghe marine, frutta secca o sotto forma di integratori. 

  • Prevenzione e controllo dell'obesità con un rapporto di 1 a 1 fra Omega-6 e Omega-3

    Purtroppo nella società occidentale moderna l’alimentazione ha preso vie a noi non congeniali. Abitudini, gusti, mancanza di tempo, portano le persone a mangiare quello che il mercato offre, senza chiedersi se è veramente salutare quello che stanno ingerendo. Come tutti sapete, questa abitudine ha portato alla comparsa di svariate condizioni fisiopatologiche non ottimali per la nostra salute.

    Forse, la situazione più comune che risalta maggiormente anche ai meno esperti è la diffusione dell’obesità.

  • Proteine del siero del latte vs. proteine di soia

    Uno studio americano svolto presso il Dipartimento di kinesiologia dell’università del Connecticut e pubblicato sulJournal of the American College of Nutrition ha affrontato un tema molto dibattuto nell'ambito della nutrizione sportiva, ovverosia l'effetto che differenti tipi di proteine hanno sulle risposte fisiologiche all'esercizio fisico di resistenza. In questo studio, ben pianificato dal punto di vista metodologico, sono stati valutati gli effetti acuti di una somministrazione di due settimane, a rotazione, di 20 g di proteine del siero di latte, della soia e un placebo a base di carboidrati in soggetti giovani allenati. L'esercizio fisico da eseguire prevedeva 6 serie di 10 ripetizioni di squat eseguite all'80% del massimale.

    Conclusioni: l'assunzione delle proteine di soia sembrerebbe ridurre l'incremento nei livelli di testosterone nei trenta minuti successivi alla fine dell'esercizio rispetto all'integrazione con quelle del siero di latte. Quest'ultime, inoltre, sembrerebbero far aumentare meno i livelli di cortisolo susseguenti all'esercizio di resistenza.

    L’assunzione di supplementazioni di proteine altera la risposta fisiologica all’esercizio fisico con alcune differenze dovute al tipo di proteina utilizzata.

     

     

  • Proteine: fra miti, leggende e... scienza.

    In passato abbiamo spesso discusso di quanto le proteine siano importanti per la nostra vita.
    Molti considerano le proteine solo per la loro funzione trofica e plastica.

    In realtà, come vedrete in questo video, fatto sempre in collaborazione con i ragazzi di Into The Fitness, le proteine servono a far funzionare bene e in maniera ottimale il nostro organismo.

    Quindi, come tutte le cose esistenti, non bisogna demonizzarle, anzi, e bisogna assumerle nelle giuste quantità, tanto, alla fine, i nostri reni non ne soffriranno.

     

    Buona visione.

     

     

Самая качественная в округе гидроизоляция подвала

Questo sito raccoglie dati statistici anonimi sulla navigazione, mediante cookie installati da terze parti autorizzate, come Google Analytics, rispettando la privacy dei tuoi dati personali e secondo le norme previste dalla legge. Continuando a navigare su questo sito, cliccando sui link al suo interno o semplicemente scrollando la pagina verso il basso, accetti il servizio e gli stessi cookie. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

  I accept cookies from this site.
EU Cookie Directive Module Information