Dott. Francesco Margheriti - Biologo Nutrizionista

  • Alimentazione e integrazione negli sport di squadra

    Per sport di squadra, usualmente, si intendo quegli sport dove si alternano scatti, movimenti esplosivi, movimenti basati sull’uso della forza, momenti di riposo, conosciuti anche come sport a carattere misto aerobici/anaerobici.

    All’interno di un team, di una squadra, esistono poi vari ruoli, ognuno caratterizzato da un tipo di movimento particolare e da un tipo di prestazione caratteristica.

     

    La nutrizione, la supplementazione e l’integrazione devono quindi tenere conto delle diversità riscontrabili fra i diversi tipi di sport di squadra e, soprattutto, tra i diversi ruoli che compongono una squadra.

    Altra caratteristica fondamentale di un approccio nutrizionale personalizzato è la calendarizzazione di alcuni eventi sportivi ai quali quella squadra e quell’atleta devono partecipare.

    Il tipo di attività fisica, l’intensità, la durata e la frequenza degli allenamenti e delle gare, avranno un ruolo determinante nella stima del fabbisogno energetico-nutrizionale giornaliero.

    Molti studi hanno dimostrato quanto sia facile trovare disidratazione in atleti d’elite. La disidratazione è direttamente correlata alla ridotta capacità di esercizio, maggiore percezione dello sforzo e decremento delle prestazioni mentali e di abilità del gesto atletico.

    I carboidrati, mentre una volta venivano considerati come la base della nutrizione dello sportivo, ora sono diventati oggetti di studio e dibattiti. In molte discipline sportive, bassi livelli di carboidrati sono un fattore determinante per l’affaticamento e la riduzione delle prestazioni. L’esigenza di carboidrati dell’atleta sono strettamente legati alla variazione di carico negli allenamenti di giorno in giorno, i vari micro cicli e macrocicli nel calendario, e al diverso livello dell’atleta.

    Gli atleti, quindi, dovrebbero variare il loro apporto di carboidrati in base alla presenza o meno di determinate situazioni fisiche e atletiche.

    Ci sono evidenze sulla tempistica di assunzione di determinati nutrienti e sul loro effetto nel post allenamento. Il consumo di carboidrati insieme a proteine dopo l’esercizio può contribuire a ridurre i DOMS presenti nei giocatori in molti sport di squadra (Cockburn et al., 2010), anche se questo non è un punto di vista sempre condiviso (Pasiokos et al., 2014).

    Condiviso un po’ da tutti è il fatto, invece, che una ingestione di proteine dopo l’esercizio fisico  fornisce un supporto considerevole ad un aumento della sintesi proteica.

    Le proteine del siero del latte sarebbero le migliori da inserire in questo profilo grazie alla presenza di leucina e alla rapida digeribilità.

    Ha senso, tuttavia, per ottimizzare il recupero, distribuire le proteine nei pasti e negli spuntini consumati nel corso della giornata, soprattutto nelle 24h dopo un allenamento intenso.
    Da sempre esiste un dibattito sul fabbisogno totale di proteine negli atleti, ora fissati genericamente tra circa 1.2-1.6 g/kg di massa corporea al giorno.

    Nello sport, lo scopo principale dell’uso dell’integratore deve essere quello di aiutare gli atleti a mantenere uno stato di salute ottimale nell’ottica di prevenire eventuali infortuni. I supplementi e gli sports foods, invece, sono ottimizzati per tollerare e ottimizzare un livello maggiore di allenamento e per velocizzare il recupero.

    Stando alla letteratura scientifica, i supplementi che godono di maggiore interesse da parte della comunità scientifica nel capire i pro e i contro del loro utilizzo in atleti di sport di squadra sono: la creatina, le proteine, gli amminoacidi essenziali e ramificati, sport drink, caffeina e beta alanina.

    Gli atleti di sport di squadra vanno educati ad una buona e regolare alimentazione qualitativa che rispetti anche la tempistica di assunzione dei nutrienti. Integrare diventa necessario in alcuni casi per evitare carenza nutrizionali e la supplementazione adeguata e supportata dalla letteratura scientifica può aiutare la dieta dell’atleta ad ottimizzare le prestazioni e migliorare il recupero.

     

     

     

     

  • Creatina: Pro e Contro - cosa dice la scienza

    Abbiamo parlato tante volte di creatina e suoi utilizzi in ambito sportivo.

    Eccovi un video fatto in collaborazione con i ragazzi di Into The Fitness in cui sintetizzo quelle che sono le ultime novità su uno degli integratori più studiati in ambito scientifico.

     

    Buona visione!!!

     

  • Effetti benefici dell'assunzione della Rhodiola Rosea

     

    La rodhiola rosea è una pianta tradizionalmente usata in medicina orientale. E' ampiamente distribuita nelle regioni artiche dell'Europa e dell'Asia.

    E' classificata come un adattogeno, cioè aumenta la capacità del corpo ad adattarsi alle sollecitazioni esterne, allo stress sia fisico che mentale.

    I primi studi risalgono a circa 40 anni fa, studiata prevalentemente in Russia e Scandinavia, ed è nota per la stimolazione del sistema nervoso, la capacità di migliorare la depressione, le prestazioni di lavoro e ridurre la sensazione di affaticamento.

    E' da utilizzare nei periodi di forte stress, mentale e fisico.

    E' di beneficio per gli atleti che svolgono periodi di forte ed intenso  allenamento, per gli atleti che praticano sport di squadra e per gli atleti impegnati in sport dove prevale la forza fisica.

    Uno studio del 2001 ha dimostrato come l'utilizzo di rhodiola rosea ha migliorato la capacità dei soggetti di far fronte allo stress fisico e mentale. Quando siamo esposti a sollecitazioni, il corpo risponde regolando i livelli di alcuni ormoni chiave a livello del sistema nervoso centrale a lungo l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene.

    Questi cambiamenti portano ad un aumento dei livelli di cortisolo e ad un abbassamento dei livelli di noradrenalina e dopamina.

    Considerando che bassi livelli di noradrenalina e dopamina caratterizzano uno stato di affaticamento, anche l'eventuale prestazione atletica ne risentirà.

    La caratteristica adattogena della rhodiola rosea consente di far adattare in modo più efficace l'organismo alle sollecitazioni esterne.

    I componenti della rhodiola rosea che aumentano la resistenza alla fatica fisica e mentale sono la salidroside, i composti glicosidi salidroside simili e il p-tiroloso.

    Alcuni di questi prodotti, inoltre, sembrano avere forti proprietà antiossidanti.

    Uno studio del 2000 ha mostrato che il consumo di rhodiola rosea per 20 giorni ha migliorato significativamente la forma fisica di soggetti sottoposti allo studio e ne ha ridotto la fatica mentale.

    I soggetti di questo studio erano studenti che erano nel mezzo di un periodo di esami universitari.

    Un altro studio condotto su 56 giovani medici che erano occupati nel turno notturno, prevedeva l'assunzione a basse dosi di rhodiola rosea. Si è visto che la stanchezza mentale si è ridotta in modo significativo dopo l'assunzione dell'integratore.

    Per quanto riguarda l'utilizzo nello sport, uno studio del 2004 ha dimostrato che la supplementazione di 4 settimane ha portato i soggetti ad avere una maggiore resistenza e ad una maggiore capacità aerobica.

    Per concludere, inoltre, studi dei primi anni '90 hanno mostrato effetti positivi per quanto riguarda la protezione del muscolo cardiaco e del fegato.

    In definitiva, l'assunzione di rhodiola rosea potrebbe migliorare la capacità di far fronte allo stress fisico e mentale, a proteggere cuore e fegato, a ridurre la fatica mentale e a migliorare la capacità aerobica, lattacida e la performance fisica di resistenza.

  • Ferro ed attività fisica per migliorare lo studio

    Siamo a maggio, quindi vicini al periodo degli esami, sia per quanto riguarda la scuola secondaria che per quanto riguarda gli studenti universitari. Di solito, questo è un periodo nel quale il soggetto tende a concentrarsi solo ed esclusivamente sugli studi, tralasciando la corretta alimentazione a favore di spuntini veloci e spesso poco salutari e mettendo da parte, per alcune settimane, qualsiasi tipo di attività fisica.

    In realtà, questo modo di approcciarsi, anche se potrebbe regalarvi qualche ora in più di studio, alla lunga, non è salutare e non è fruttifero per quanto riguarda il vostro sapere. 

  • Le Vitamine del Gruppo B: quali sono, a cosa servono?

    Altro video insieme ai ragazzi di Into The Fitness...

    Spesso si parla di Vitamina B, al singolare, ma, in realtà, è corretto parlare di Vitamine del Gruppo B, al plurale, tante vitamine, tutto importanti, che possiamo trovare in tanti alimenti diversi.

    Gustatevi il video e buona visione!!!

     

  • Quale tipo di creatina usare?

     

    Una delle domande più frequenti poste dagli atleti è quale sia il tipo di creatina che dovrebbero acquistare. Questo aspetto rappresenta un problema, dato l’alto numero di società di alimenti sportivi che hanno utilizzato varie formulazioni di creatina, sostenendone la maggiore efficacia.

    La gran parte delle ricerche che ha dimostrato l’efficacia della supplementazione di creatina ha usato la creatina monoidrato. Quando la creatina è assunta sotto forma di monoidrato, l’assorbimento intestinale è vicino al 100%.
    Jager et al. (2007) hanno esaminato il cambiamento delle concentrazioni plasmatiche di creatina e la farmacocinetica dell’assorbimento della creatina dopo ingestione di concentrazioni uguali di creatina monoidrato, tri-creatina citrato e creatina piruvato.

    I loro risultati hanno indicato che queste diverse forme possono determinare una leggera alterazione della cinetica dell’assorbimento della creatina plasmatica, con le massime concentrazioni plasmatiche osservate con l’ingestione della creatina piruvato. Tuttavia, i ricercatori non hanno creduto che vi siano state differenze nella biodisponibilità di queste diverse forme di creatine poiché l’assorbimento della creatina monoidrato è del 100%.


    Uno studio del 2009, condotto da Spillane e colleghi, ha comparato una supplementazione di creatina etil estere per 5 giorni con la creatina monoidrato ed un placebo e hanno osservato che, per quanto riguarda i cambiamenti della massa corporea e della massa magra, la prima è inferiore persino al placebo.
    L’uso della creatina etil estere non ha mostrato alcun aumento significativo del contenuto sierico e muscolare della creatina, suggerendo che una larga porzione di quel supplemento è stata degradata nell’intestino dopo l’assunzione.


    Pertanto, in conclusione, sinora le evidenze scientifiche suggeriscono che la creatina monoidrato è il tipo di creatina raccomandato.

  • Vitamina C... a cosa serve? serve veramente contro il raffreddore?

    Siamo ormai nella stagione invernale da un pezzo, e in quanto tale, spesso mi viene chiesto se conviene assumere la Vitamina C sotto forma di integratore e in quali dosaggi.

    E' pensiero comune che la Vitamina C rafforzi il sistema immunitario e serva per combattere stati simil influenzali.

    Ma è d'avvero così? 

    In questo video, fatto insieme ai ragazzi di Into The Fitness, potete farvi una vostra idea, idea, però, sempre supportata da studi precisi.

     

    Buona visione!!!

     

     

     

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